Con Benedict Cumberbatch nei panni di Dominic Cumming e Rory Kinnear in quelli di Craig Oliver, Brexit: The uncivil war è un film sull’ambizione politica, sul tradimento personale e sulle vicende che hanno condotto al risultato che ha cambiato per sempre l’Inghilterra.

Il referendum del 2016 sulla Brexit ha causato un vero e proprio terremoto politico che scosse profondamente le fondamenta dell’establishment inglese, arrivando a seminare incertezza e sgomento in tutto il mondo. Brexit è il racconto coraggioso e provocatorio dei retroscena della discussa campagna elettorale “Vota Leave”, un’esplorazione delle personalità coinvolte e delle nuove strategie tattiche “Data Driven” che condussero il partito a una inaspettata vittoria

Tutti sanno chi ha vinto. Ma non tutti sanno come

Nel 2016, a discapito delle proiezioni diffuse in tutta Europa, l’Inghilterra decide di votare in massa per Leave, dando vita a una serie di negoziazioni terminate solamente nel 2019. Ma è stata una scelta saggia? Brexit: the uncivil war, attraverso un’analisi attenta e approfondita della campagna elettorale, non risponde a domande sull’utilità o sulle conseguenze del Referendum, focalizzando interamente l’attenzione sui processi che hanno condotto al risultato. Non è un’analisi del giusto o dell’errato, del futile o del necessario, ma una presentazione dei passaggi e dei personaggi coinvolti nel Vota Leave, ricostruiti attraverso interviste e pubbliche dichiarazioni.

Durante la visione, lo spettatore non viene coinvolto emotivamente nell’ideologia di uno dei due partiti in gioco, ma è invitato ad analizzare e a valutare la storia come in un esperimento scientifico, limitandosi ad annotare mentalmente azioni e slogan, tenendo da parte idee e preconcetti, per comprendere il vero significato del film. Solo così il pubblico, attraverso Brexit: the uncivil war, può estraniarsi dal dibattito politico per focalizzarsi sulle piccole e apparentemente insignificanti azioni che hanno invogliato i cittadini in dubbio a votare Leave.

Una nuova propaganda?

Il lungometraggio inizia dall’epilogo, attraverso un video realizzato dal Dominic Cumming di Benedict Cumberbatch, nel quale affronta il risultato del “Riprendiamoci la nostra libertà”, slogan della fazione Vota Leave. Attraverso quello stanzino, sulla cui porta sono annotati tutti i passaggi della campagna, si torna indietro nel tempo, all’inizio della Uncivil war che ha condotto alla Brexit, mostrando un nuovo volto della politica. Ai volantini e manifesti si contrappongono le insights, generando un coinvolgimento diretto dei votanti, sfruttandone paure, ambizioni e desideri per ottimizzare i discorsi e le comparse in pubblico. Come è stato possibile? Grazie alla scia che ognuno di noi lascia sul web, attraverso le interazioni sui social e, nel caso inglese, grazie a un sondaggio pubblicizzato su facebook nel quale i cittadini erano chiamati a rispondere su tematiche quali immigrazione e crisi economica.

Talvolta, durante la visione di Brexit: the uncivil war, è difficile non provare rabbia nei confronti di questa subdola manipolazione degli indecisi, che viene affrontata come una propaganda come le altre. Ed è in questa indifferenza che si palesa il vero significato del film: denunciare Cambridge Analytica, direttamente coinvolto sia nella Brexit che nella elezione di Trump, dimostrando quanto le masse siano facilmente manipolabili.