Banana Fish è un anime tratto dall’omonimo manga di Akimi Yoshida. Il manga, di 19 volumi, è stato pubblicato in Giappone dal 1987 al 1994 sul magazine Betsucomi della casa editrice Shogakukan. In Italia è edito dalla Panini Comics, che lo ha pubblicato dal 2002 al 2005, ma che comunque non era molto conosciuto fino all’uscita dell’anime. 
L’anime è stato trasmesso a partire dal 05 Luglio 2018 ed è terminato il 20 Dicembre, realizzato dallo studio MAPPA, con un totale di 24 episodi dalla durata di 25 minuti cad. In Italia è possibile la visione in simulcast grazie ad Amazon Prime Video, che lo ha pubblicato sottotitolato in italiano.
Banana Fish è un mix di diversi generi: drammatico, thriller, shounen-ai, mistero, politica.

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Alla scoperta di Banana Fish.

L’anime è ambientato nella New York degli anni ’10 del 2000, a differenza del manga che invece è ambientato negli anni ’80. A New York stanno accadendo vari e strani suicidi, la polizia sta indagando senza riuscirne a venire a capo. Tutti gli ingranaggi iniziano a muoversi quando un uomo viene ucciso in un vicolo e prima di morire consegna ad Ash una sostanza misteriosa ripetendo le parole “Banana Fish”. Queste sono le stesse parole che il fratello ripete continuamente, dopo essere tornato dall’Iraq, ridotto ad un vegetale. Ash e la sua banda non si fermeranno davanti a niente.


Personaggi principali.

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  • Ash Linx, doppiato da Yuuma Uchida. Un ragazzo di 17 anni, leader di una gang di giovani di New York. E’ di bell’aspetto, molto intelligente ed è il preferito da Papa Dino, che lo ha “adottato”
  • Eiji Okumura, doppiato da Kenji Nojima. Studente giapponese di 19 anni, fa da assistente al giornalista Shunichi Ibe, ed è a New York per documentare le gang di strada. Diventa un carissimo amico di Ash.
  • Max Lobo, doppiato da Hirata Hiroaki. Veterano della guerra in Iraq, giornalista indipendente. Amico del fratello di Ash, quest’ultimo lo incolpa per la malattia del fratello, ma presto collaboreranno per capire i segreti di Banana Fish.
  • Shunichi Ibe, doppiato da Shinji Kawade. Giornalista e reporte giapponese, arriva a New York con Eiji per documentare le gang di strada.
  • Dino Golzine, doppiato da Unshou Ishizuka. Boss della mafia, tira tutti i fili, compresi quelli del governo. “Padre adottivo” di Ash. 

Valutazione by Nerdlog.it

L’anime è stato creato partendo dal manga Banana Fish, anche se sono stati cambiati alcuni particolari, come gli anni in cui è ambientato (manga: anni ’80; anime: anni ’10 del 2000), la guerra in cui hanno combattuto il fratello di Ash e Max (manga: Vietnam; anime: Iraq). Quindi hanno deciso di modernizzarlo in qualche modo, anche con la comparsa di oggetti tecnologici, ma non per questo perde la sua essenza.

L’anime, come il manga, è considerato uno shoujo, shounen-ai, però,nonostante questa categorizzazione, ritengo che Banana Fish sia molto più di questo. Ma andiamo per gradi.

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La trama merita più di una menzione, ricca di colpi di scena, ricco di azioni, tra queste anche alcune molto crude, come le uccisioni, la prostituzione o lo stupro. Le situazioni sono presentate in modo molto realistico, le guerre tra gang fanno parte anche del mondo reale, così come le situazioni sopra elencate.
Nella trama si intrecciano le storie di tanti personaggi, ma il filone principale rimane quello della storia di Ash Linx, un adolescente che ha subito più volte violenze da bambino, un personaggio misterioso capace di muovere la trama alla perfezione.

I personaggi, soprattutto quelli principali, sono stati caratterizzati davvero bene, in particolar modo Ash Linx. Di quest’ultimo verremo a conoscenza del suo triste passato, cresciuto dalla mafia prima come un “giocattolo del piacere” per soddisfare le perverse fantasie sessuali di Papa Dino, poi come capo di una banda di criminali. Appare come un animale ferito, violento, che cerca la sua vendetta. La sua controparte, il personaggio che è capace di “calmarlo” e di renderlo “inerme” è Eiji Okumura. Un ragazzo giapponese che non ha mai dovuto impugnare un’arma e non ha mai avuto a che fare con le situazioni in cui è cresciuto Ash, nonostante ciò non si ritrae quando lo incontra, non lo giudica, anzi entrano subito in sintonia.

Il loro legame è puro, senza secondi “fini”, un rapporto fatto di amore che supera quello della carne, ma anche quello dell’amicizia. I personaggi delineati meglio, il cui passato viene, in un modo o nell’altro, affrontato, sono Ash, Max, Blanca, un pò meno Eiji e Papa Dino. Gli altri personaggi secondari avrebbero meritato maggiore attenzione, ma ci sarebbe voluta un’altra stagione e un altro manga di Akimi Yoshida.

Dal punto di vista tecnico, l’anime è ben fatto, ha uno stile di disegno particolare, non di certo come quello che si riscontra negli anime di oggi. In alcune parti il disegno soffre un pò, con qualche parte disegnata male, ma la trama trascina talmente tanto da non dargli peso. Prodotto da MAPPA (Yuri!! on Ice, Tokyo Ghoul) e Aniplex (Sword Art Online), con colori ben bilanciati, caldi o freddi all’occorrenza, e brillanti, soprattutto per il personaggio di Assh. Le scene di combattimento sono molte e tutte ben fatte, mozzafiato, con movimenti fluidi.

Il comparto sonoro si apprezza molto, soprattutto le canzoni di opening che ho amato molto, un pò meno la ending. La prima opening è “found & lost” degli Survive Said The Prophet (dall’episodio 1 a 13), mentre la seconda opening è “Freedom” degli Blue Encount. La prima ending è “Prayer X” degli King Gnu (dall’episodio 1 a 13), la seconda è “Red” degli Survive Said The Prophet. Sono tutte molto melanconiche e tristi, e sinceramente le trovo azzeccate per il tipo di anime.

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Qualche piccola critica che mi sento di muovere sono: la perfezione del protagonista Ash, infatti nei vari episodi si va a delineare sempre di più la sua figura di ragazzo quasi divino, di bell’aspetto, con un quoziente intellettivo pari a 200, a cui si perdona tutto e che riesce ad abbindolare FBI, la mafia corsa, la mafia cinese, ex mercenari… . L’altra è la presenza elevata di nemici, che continuano a comparire anche a pochi episodi dalla fine.

In conclusione. 

Banana Fish è un anime particolare, non ce ne sono molti del genere, ci coinvolge in ogni episodio, molto scorrevole e mai noioso nè scontato, nonostante i temi affrontati. Non si riesce a non simpatizzare per il protagonista, anche quando commette una carneficina. Se vi piacciono le scene di azione, le sparatorie, i colpi di scena, una trama avvincente, beh, avete scelto l’anime che fa per voi. Ma anche a chi piacciono le storie d’amore o trova di disturbo l’elemento shounen-ai, non sentirete nè la mancanza del primo nè fastidioso il secondo. Inoltre sono molto apprezzabili le scenette comiche tra Ash e Eiji, che alleggeriscono la pesantezza dei temi. Personalmente mi sono sentita molto presa da questo anime e quando ho visto l’ultima puntata ho sentito un senso di vuoto e tristezza (mi aveva coinvolto tantissimo).
Tutti dovrebbero dare una chance a questo anime!  

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