Sirene – Un eccesso di femminismo per criticare il maschilismo?





Dopo Sense8, Napoli torna nuovamente a far parlare di sé, divenendo scenario di una nuova serie tv made in Italy: Sirene.

Prendendo spunto dalla leggende partenopee, la serie, ispirata al mondo fantasy, racconta le bizzarre avventure di quattro sirene che, giunte sulla terraferma per cercare un tritone, si ritrovano a interagire per la prima volta con gli esseri umani. Non mancheranno le incomprensioni, dettate sia dalla diversa mentalità delle due specie che dai pregiudizi delle quattro protagoniste: la società in cui vivono le sirene è matriarcale e, di conseguenza, avranno sin troppi problemi nel comprendere la società umana!





Le sirene,come molte specie animali presenti sulla terraferma, sono governate da una regina, che detiene la maggior parte del potere e, ad ereditarlo, saranno le figlie; di minor importanza è la figura del tritone: privo di poteri, se non quello di cancellare la mente umana, il suo unico ruolo nella società è procreare. Sotto questo punto di vista, i maschi, sia umani che tritoni, sono considerati semplicemente come portatori di materiale genetico e, il peso differente che ha il maschio nella società umana ha contribuito alla fuga del tritone.

Il femminismo eccessivo delle protagoniste entra sin da subito in contrasto col maschilismo di cui il mondo emerso sembra essere permeato:

E se, da una parte, è motivo di contrasti, il maschilismo è fondamentale per consentire alle sirene di ammaliare gli umani: essi le vedono anche come un oggetto e, questa concezione di donna, permette loro di piegarli al loro volere.




In definitiva, Sirene sfrutta il femminismo delle protagoniste per criticare il maschilismo presente nella società umana. Mediante la repulsione nei confronti di alcuni loro atteggiamenti (o la stima), ci rendiamo conto delle cose che potrebbero essere cambiate sia nel nostro atteggiamento che in quello delle persone con cui interagiamo.

 

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