A 176 anni dalla sua prima pubblicazione, The Black Cat di Edgar Allan Poe torna in libreria con una nuova e piacevolmente inquietante versione, illustrata da Nino Cammarata.

La storia assume le vesti della confessione di un omicida condannato a morte. Si tratta di un uomo che, pur sapendo che non verrà creduto, vuole rivelare al mondo il tragico resoconto di quanto accadutogli, per sgravarsi la coscienza e condividere l’orrore vissuto.

Una tragica catena di eventi, infatti, aveva portato il suo animo gentile a trasformarsi in quello di un assassino intemperante e perverso, vittima delle sue stesse paranoie. Egli racconta di essere stato un uomo perbene, di aver avuto una grande passione per gli animali, in particolare per il suo gatto nero.

Poi, però, lo spettro dell’alcool ha cominciato ad aleggiare sulla sua vita, peggiorandone l’indole e rendendolo via via più succube del vizio, finché una sera…

the black cat nino cammarata

Un capolavoro (ri)prende vita

Leggere significa anche immaginare, ricreare nella propria mente i volti, i luoghi e le situazioni narrate: il miagolio del gatto, l’andatura claudicante dell’uomo in preda all’alcool, la presenza asfissiante del demone. Talvolta nel passaggio dal libro alla Graphic Novel, parte di questa magia, spaventosa e al contempo affascinante, rischia di perdersi tra i disegni, di tramutarsi nel mero punto di vista del disegnatore. In The Black Cat, invece, ciò non accade: nel disegno prende vita la potenza narrativa di Poe, riuscendo a conquistare sia gli amanti dell’autore che coloro che, attratti dalla sua nuova veste, si avvicinano per la prima volta all’opera. Come dirà Paolo Di Orazio nella prefazione:

Le splendide tavole di Nino contengono tutto Poe. Lo abbracciano in un amorevole conforto di comprensione. Edgar Allan Poe non odiava gli animali, né le donne, era solo pazzo d’amore e Nino è riuscito a raggruppare tutti i colori spirituali di Poe attraverso la sua arte pittorica,
destinandoli a precise stigmatizzazioni cromatiche di questo racconto. Proprio come fece Poe stesso, sparpagliando ne Il gatto nero simboli della propria sfortunata biografia: l’assenza materna, il distacco paterno, il fato avverso, l’infernale condanna alcolica.

Disegni curati nel dettaglio

I personaggi di Nino Cammarata non rappresentano una personale rilettura di quelli presenti nel libro originale: essi sono presi ed arricchiti da piccoli dettagli, spesso sfuggenti, che ne esaltano le caratteristiche psicologiche. E’ il caso delle farfalle che, poste nei ricci della donna, ne delineano la delicatezza, o della barba del protagonista, che lentamente si riempie di peli bianchi, mano a mano che avanza verso la follia.

Questa ricerca del dettaglio si evince anche nell’uso del colore: su tavole in bianco e nero, lo sguardo del lettore viene catalizzato verso piccole chiazze colorate. Nonostante il verde degli occhi del gatto, è il rosso a dominare l’intero volume: dal vino al sangue, dal vestito della donna alle fiamme e agli occhi del demone. E il rosso è, quindi, adoperato per esprimere amore, violenza, odio, sentimenti forti, che entrano in contrasto con l’apatia e la rassegnazione espressa dalle gradazioni di grigio.

the black cat

Questa scelta, oltre ad aumentare il contrasto tra ciò che è violento e ciò che non lo è, consente di immergersi maggiormente nella lettura, amplificando le sensazioni di terrore, disgusto e, soprattutto, di disperazione.

In The Black Cat, Nino Cammarano riesce ad esaltare, senza mai calcare la mano, angoscia e miseria umana, rendendo la Graphic Novel spaventosa, e al contempo, introspettiva. In sintesi, un’opera perfetta per tutti gli amanti di Edgar Allan Poe.