Uno sguardo all’Oriente, proiettato verso Hokusai, uno degli esponenti maggiori dello stile tanto in voga nell’antica Edo, ovvero l’ukiyo-e.

Hokusai, classe 1760, è l’artista giapponese che più di ogni altro ha rivoluzionato la storia dell’arte moderna occidentale. La sua opera più conosciuta, La Grande Onda, è così famosa da essere stata copiata e riprodotta quanto la Monna Lisa di Leonardo. Con La Grande Onda e la serie delle 100 viste del Monte Fuji, Hokusai ha infatti ispirato artisti come Monet, Van Gogh e Picasso e, con i suoi emoji, è stato e rimane a tutti gli effetti il padre del manga moderno, oltre che un’inesauribile fonte di spunti per gli artisti di oggi.

Il documentario sul grande pittore è uscito nei cinema italiani nel 2017, portato dalla Nexo Digital, per soli tre giorni. Per chi non ha potuto godere della mostra tenutasi proprio al British Museum e non ha potuto nemmeno visitare quella tenutasi in Italia, il film cade a pennello. Ancora meglio se la Koch Media ci fornisce una versione Home video.

hokusai dal british museum

Hokusai al British Museum

Hokusai ha saputo influenzare molti pittori occidentali, tra cui Van Gogh, Monet e Picasso, ma esso stesso fu influenzato dallo stile occidentale, introducendo per esempio la prospettiva. E’ considerato il padre dei manga, anche se non proprio come li intendiamo noi oggi.
Da studiosa della cultura e pittura giapponese, è bello apprendere cose nuove tramite il documentario, come alcune delle tecniche singolari di Hokusai.

L’arte di Hokusai viene raccontata da vari esperti come: Tom Clark, curatore della mostra e Roger Keys, studioso del pittore giapponese.
Il film è possibile dividerlo in due parti. La prima in cui vengono fornite varie informazioni sul pittore e analizzate alcune sue opere, tra cui quella conosciuta come “La Grande Onda“. Il Monte Fuji è spesso presente nei suoi dipinti, come soggetto principale, venerato come una divinità. Non a caso si pensa che il famoso monte sia nato dopo che l’imperatore (nel racconto La Principessa Splendente) gettò l’elisir di lunga vita al suo interno.

Per quanto nel mondo è famoso sopratutto per le Trentasei vedute del Monte Fuji, in realtà in Giappone la sua opera maggiore è “Fuji Rosso“. Ed è emozionante vedere Roger Keys commuoversi davanti alla sua bellezza, ancora più emozionante quello che dirà a riguardo del dipinto.

hokusai dal british museum

Hokusai ha dipinto diversi soggetti, non solo umani, ma anche naturali e rendendoli soggetti principali e non semplicemente uno sfondo.
Nella seconda parte ci vengono mostrate alcune delle opere esposte nella mostra al British Museum, non solo da Clarke e Keyes, ma anche da altri studiosi. E la chiusura del documentario è semplicemente bellissima, con una ripresa del dipinto che ritrae il Monte Fuji da cui fuoriesce un drago. Drago che simboleggia Hokusai stesso.

Il primo documentario inglese dedicato al celebre Hokusai

Anche se il documentario dura poco (59 minuti), riesce a dare varie informazioni sulla figura di Hokusai, su alcune sue tecniche e sullo stile a cui si è dedicato. Avere la possibilità di ammirare alcune opere in 8K, anche se le TV odierne non lo permettono, e poter carpire più particolari di un’opera già studiata per anni, è qualcosa di meraviglioso.

Il documentario di per sé è strutturato bene, per il poco tempo che dura, fornisce abbastanza informazioni su Hokusai e dà una giusta infarinatura. E’ un documentario che mi sento di consigliare non solo a chi vuole apprendere qualcosa sull’arte giapponese, ma anche a chi ne ha già conoscenza.

Per quanto riguarda la versione home video di Koch Media, il cofanetto Blu-ray, rispetto al cofanetto DVD, l’ho trovato un po’ più scialbo. Più precisamente, in entrambi i formati non esce alcun booklet, che invece sarebbe stato molto apprezzato. In più, il cofanetto di cartoncino del Blu-ray è lucido, mentre quello per il DVD è satinato e rende più particolare e unica la collezione “La Grande Arte”.