[RECENSIONE] Darling In The FranXX

Darling in the FRANXX è nato sia come serie animata che come manga; l’anime nasce nell’inverno 2018, prodotto da una collaborazione dello studio Trigger e A-1 Pictures, che hanno creato altri anime molto conosciuti come per esempio Kill la Kill e Ao No Exorcist, oppure Little Witch Academia e Sword Art Online; infatti lo stile di disegno molto minimale con animazioni molto fluide, sono palesemente una peculiarità dello studio Trigger.

L’anime conta la bellezza di 24 episodi da 24 minuti l’uno, a questi si aggiungono 2 episodi special usciti al posto della puntata settimanale, con l’intento di parlare dell’opera e di far sapere qualche retroscena, andato in onda per il periodo invernale e primaverile del 2018.

TRAMA.

In un mondo post-apocalittico, ormai deserto, gli umani sono costretti a vivere in delle plantation, ovvero delle fortezze mobili, anche se vengono spesso attaccate dagli stridiosauri. La plantation viene difesa da un ragazzo ed una ragazza che, solamente collaborando, riescono a difendere tutti gli adulti, pilotando un FranXX, ovvero un enorme mecha costruito appositamente per sconfiggere gli stridiosauri.

Il protagonista delle vicende è un ragazzo di nome Hiro, che avendo sempre voluto pilotare un FranXX, scopre che la sua compagna non è in grado di pilotarne uno; colmo di tristezza decide di recarsi al lago, per poi incontrare Zero Two, una ragazza che incontrerà anche più aventi durante un attacco da parte di uno stridiosauro. La ragazza, trovandosi senza un pilota maschio si vede in difficoltà e così Hiro decide di aiutarla, per poi diventare il suo Darling, anche se poi scoprirà che nessun pilota è riuscito a sopravvivere pilotando un FranXX insieme a lei, ma Hiro, noncurante del pericolo, decide di continuare.



PERSONAGGI.

PERCHÉ GUARDARLO…

Darling in the FranXX è un anime che mi ha fatto rivalutare il genere mecha, lasciandomi più volte stupito dalla sua bellezza e profondità, infatti all’apparenza può sembrare una semplice storia di un paio di ragazzini che combattono su dei mecha, ma dopo solo pochi episodi risulta essere molto più profondo di così.

L’anime infatti nella seconda metà subisce un cambiamento narrativo non di poco conto, verrà approfondito il background di Zero Two e Hiro, le relazioni subiranno dei cambiamenti, verrà spiegata la storia degli stridiosauri, da dove sono arrivati, perché esistono i FranXX e molte altre cose la quale passano inosservate inizialmente.

La prima parte invece serve solo da base per quello che avverrà in seguito, infatti all’inizio vengono solo presentati i personaggi, vi è solo qualche accenno a ciò che avverrà dopo, dato che le puntate servono solo come introduzione e consolidamento dei personaggi. Non mancheranno comunque momenti riflessivi, infatti una semplice giornata a mare porterà dei risvolti inaspettati, con conseguenze che si vedranno solo in seguito.



Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire, a prima vista si capisce immediatamente che si sta parlando dello studio Trigger, disegni semplici e talvolta poco dettagliati, ma animazioni fluide. Spesso si vedranno anche delle bande nere, utili per aumentare l’immersività generale, anche se non si è visto un notevole cambiamento da parte dello studio Trigger.

Il comparto sonoro è veramente ben curato, un accenno va sicuramente fatto all’opening “Kiss of Death” di Mika Nakashima e tutte le ending, molto allegre e ritmate, contandone ben 6, tutte degne di nota.

I personaggi sono veramente molti, solamente 10 all’interno della squadra di Hiro, ma nonostante questo ognuno di loro ha un momento, o anche più di una puntata, per poterne approfondire la storia e poterlo caratterizzare. Alla fine si avrà una squadra con elementi unici e diversi, una storia diversa, relazioni differenti con gli altri.

Viene approfondito non solo il background dei personaggi principali, ma in seguito anche quello dei personaggi secondari, utile per dare un senso ai vari comportamenti avuti nel corso della serie, anche se alcuni ricevono degli approfondimenti solo alla fine, quando ormai non ha più importanza, prendendosi anche troppo tempo.

Riguardo la storia c’è chi l’ha amata e chi non è riuscito a sopportarla. Personalmente l’ho trovata veramente bella, anche se inizialmente stava cominciando a stancare, riuscendo però ad ingranare solo dalla seconda metà, quando finalmente viene approfondita la storia di Hiro e Zero Two, riuscendo a dare molte risposte.

Una piccola pecca dell’anime, presente in abbondante quantità all’inizio, è il fanservice non necessario, anche perché stiamo parlando di ragazzine totalmente inesperte in ambito sentimentale, a causa dell’ambiente post apocalittico, di conseguenza la situazione diventa anche indecente, basti vedere la posizione che le ragazze devono assumere per pilotare il FranXX.

Uno dei generi dell’anime è il mecha, anche se questo serve solo da “cornice” dato che pian piano, l’attenzione andrà a focalizzarsi non solo sui mecha, ma sui ragazzi che li guidano.



In conclusione Darling in the FranXX è un anime che è riuscito a far parlare molto di sé, sia positivamente che negativamente. Una delle critiche che gli è stata mossa contro di frequente è quella che lo accusa di essere “Troppo simile a Gurren Laggan”, nonostante ciò, anche se in parte è vero, FranXX riesce comunque a proporre una storia molto bella, personaggi ben caratterizzati e difficili da dimenticare. Anime consigliato non solo a tutti gli amanti del genere mecha, ma anche a chi vuole vedere una storia commovente, a chi vuole vedere dei bei combattimenti, ma soprattutto a chi riesce ad andare oltre l’apparenza e dunque a chi riesce veramente ad apprezzare quest’opera.

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