Michelangelo Infinito – Alcune Curiosità sulla pellicola

Michelangelo – Infinito definisce un nuovo genere cinematografico, compiendo un decisivo passo in avanti nella trasformazione dei film d’arte Sky da documentari cinematografici a film ‘documentati’ (o film di ‘autorevole finzione’) che portano a compimento il dialogo tra mondo del cinema e mondo dell’arte.

La costruzione narrativa è innovativa e strutturata su quattro livelli: un limbo concettuale, quello delle suggestive ed imponenti cave di Marmo di Carrara, in cui Michelangelo (Enrico Lo Verso) rievoca gli snodi principali della sua vita e i suoi tormenti più intimi; un limbo storico, quello di Giorgio Vasari (Ivano Marescotti), narratore qualificato e familiare della vita e delle opere del Buonarroti; le scene di ricostruzione storica della vita di Michelangelo, in cui lo ritroviamo ragazzo presso i Giardini di San Marco, o scorgiamo la realizzazione del David attraverso la struttura da lui progettata per nasconderlo alla vista, o a scegliere il marmo alle cave di Carrara o ancora alle prese con la realizzazione degli affreschi della Volta della Cappella Sistina e del Giudizio Universale; il cuore pulsante del film: il racconto delle opere immortali ed infinite dell’artista. Un’esperienza di pura poesia, che lascerà senza fiato.

I NUMERI E LA TECNOLOGIA DEL FILM

6 luoghi storici, tra quelli che custodiscono le opere dell’artista (Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano), e quelli in cui sono state ambientate le scene di ricostruzione storica: la Cave di Marmo di Carrara e il Castello Odescalchi di Bracciano (oltre agli Studi di Cinecittà). 15 set, quasi 2 anni di lavoro, 8 mesi di pre-produzione, 2 mesi di riprese, 10 mesi di post produzione e 200 persone coinvolte, oltre 70 ore di girato. Nella sfida tecnologica sono stati coinvolti mezzi di ripresa e macchine dotate di sensori ultra sensibili, raffinati impianti illumino-tecnici, proiettori, tecnologie led ed esposizioni multiple (HDR – High Dynamic Range) che consentono di ottenere un’esposizione ottimale per le riprese sia in interno che in esterno. Il grande valore aggiunto tecnologico del film è rappresentato dai visual effects, che hanno richiesto oltre 6 mesi di lavoro in postproduzione e 6 artisti specializzati, che hanno lavorato alla realizzazione degli effetti grafici su risoluzioni altissime di immagini spesso in scala 1:1 su file pesantissimi (oltre 100MG, 6 volte le normali risoluzioni in uso) e multilivello, uno per ogni elemento dell’immagine (luci, ombre, trasparenze…). Per un totale di 20 minuti di effetti visivi realizzati, 28.000 fotogrammi e oltre 3.000 ore di calcolo.

Una metodologia, che ha consentito di raggiungere un risultato sorprendentemente realistico e con l’ultra definizione del 4K HDR, utilizzata sia per rendere più fluida e poetica la transizione dai limbi dei protagonisti alle opere d’arte, ma anche per le scene di ricostruzione storica, e che sarà apprezzabile in tutta la sua maestosità in particolare nel lungo piano sequenza tra i più spettacolari e suggestivi del film, che ritrae Michelangelo, da solo nell’immenso spazio della Sistina, alle prese con gli affreschi della Volta e del Giudizio Universale.

I LUOGHI

Il film è un viaggio nella vita, nei luoghi e nelle opere di Michelangelo. Tra questi Firenze, Roma, Città del Vaticano, Milano, le Cave di Marmo Carrara entrando nei luoghi che custodiscono la principale produzione scultorea e pittorica dell’artista, tra cui la Galleria dell’Accademia, la Galleria degli Uffizi, Fondazione Casa Buonarroti, il Museo Nazionale del Bargello e il Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, i Musei Vaticani, il Palazzo Apostolico e San Pietro in Vincoli a Roma, il Museo della Pietà Rondanini a Milano

GRANDE INEDITO: L’EVOLUZIONE DELLA CAPPELLA SISTINA

Il film compie un’impresa senza precedenti: ripercorrere i cambiamenti della decorazione pittorica della Cappella Sistina dal 1508, anno in cui il giovane Michelangelo viene incaricato da Papa Giulio II di sostituire la preesistente decorazione a cielo notturno a stelle di Pier Matteo D’Amelia della Volta,fino alla conclusione del Giudizio Universale nel 1541. Tra riprese all’interno della Cappella, immagini in altissima risoluzione, ricostruzioni storiche di scene di finzione ‘compositate’ con evoluti visual effects, il film ricostruisce per la prima volta, e con la massima correttezza filologica possibile, la realizzazione del lavoro michelangiolesco sugli affreschi della Volta e del Giudizio Universale della Cappella Sistina, seguendo la reale progressione delle “giornate” di lavoro dell’artista grazie a preziosi documenti messi a disposizione dai Musei Vaticani.

La rappresentazione parte dalla Cappella Sistina pre-michelangiolesca realizzata su un modello 3D 360° (modeling 360) rispettando le esatte misure e proporzioni dell’originale. Sulla base di rilievi effettuati con precisione millimetrica all’interno della Cappella Sistina e di fotografie ad altissima risoluzione messe a disposizione dai Musei Vaticani dell’intero ambiente (affreschi, pavimenti, pareti, volta), un team grafico specializzato e altamente qualificato ha realizzato in computer grafica il modello completo della Cappella Sistina a 360° e l’ha ‘rivestito’ delle immagini.

Le immagini partono dalla Sistina pre-michelangiolesca, riproposta posizionando sulla Volta della Cappella l’immagine del cielo stellato di Pier Matteo d’Amelia (disegno oggi custodito alla Galleria degli Uffizi) e sulla parete dell’Altare i dipinti del Perugino (andati perduti e ricostruiti attraverso le fonti dall’artista professionista Marco Romano), per poi mostrare la realizzazione del lavoro michelangiolesco sulla Creazione di Adamo e sul Cristo Giudice del Giudizio Universale, seguendo la reale progressione delle “giornate” di lavoro dell’artista; quest’ultima ricostruita, grazie alla consulenza scientifica fornita dai Musei Vaticani, attraverso le indagini effettuate dai ricercatori e restauratori dei Musei durante il restauro degli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina (1980-1994). Un unicum restituito alla storia dopo oltre 500 anni.

Tutte le scene di finzione che riproducono Michelangelo alle prese con il lavoro a fresco della Cappella Sistina sono state girate su green screen e poi completate con le immagini della Cappella stessa attraverso gli effetti digitali. La resa visiva finale è di un realismo impressionante

LE ALTRE IMMAGINI DI FORTE IMPATTO VISIVO

Tra le sequenze poetiche e di forte impatto visivo, di cui molte esclusive o inedite, si segnalano inoltre:

La Cappella Paolina all’interno del Palazzo Apostolico con gli ultimi affreschi che Michelangelo realizzò all’età di 75 anni: la Crocifissione di San Pietro e laConversione di Saulo. Uno dei luoghi più riservati nel cuore del Palazzo Apostolico straordinariamente ripresi da Vatican Media, partner del film, da prospettive ravvicinate, che, attraversando la Sala Ducale e la Sala Regia, conducono allo svelamento della Cappella Paolina;

Timelapse Mosè e Cappelle Medicee, piani sequenza straordinari, illuminati con giochi di luce che riproducono l’evolvere della luce da calda a fredda e il passaggio dall’alba, al giorno, al crepuscolo, alla notte;

La Pietà Vaticana ripresa oltre la teca di protezione e il ‘faccia a faccia’ con il David di Michelangelo ripreso con un braccio telescopico di 15 metri, con la risoluzione del 4K HDR e la possibilità di accarezzare questi capolavori a distanza ravvicinata e ammirarli nei singoli dettagli e da punti di vista normalmente non visibili;

Il nascondiglio segreto al di sotto della Sagrestia Nuova nella Basilica di S. Lorenzo, in cui sembra che Michelangelo si sia nascosto nel 1530. Ritenuto solo un vano per conservare la legna, fu scoperto nel 1975 e contiene disegni autografi attribuiti a Michelangelo, tra cui una Testa del Laocoonte. Un luogo angusto di 7 metri per 2, cui si accede da una botola, e non aperto al pubblico.

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